Il tendone puA? dare qualitA� ?

ladyera Il tendone puA? dare qualitA�?
Il seguente post A? parecchio lungo e me ne scuso. La�� ho partorito oggi guardando dalla finestra le viti ormai prossime al germoglio. Penso che parecchi denigrino la forma di allevamento delle mie piante: il tendone.
La mia azienda conta circa 9 ettari vitati a tendone. Questa forma di allevamento A? rimasta dai tempi in cui questi terreni erano dedicati, come qui si usa, alla produzione di quantitA�.
Infatti la mia zona A? a�?progettataa�? per la produzione di mosto muto, che viene puntualmente portato nel nord Italia per essere successivamente trasformato.
Ea�� incredibile come si riescano a produrre anche 600 e piA? quintali a ettaro a discapito della qualitA�.
Diversamente da quanto possa sembrare, maturando esperienza in campo, mi sono resa conto che oltre ad avere qualche vantaggio, una buona gestione del tendone permette di ottenere uva che poco ha da invidiare alle altre forme da��impianto tanto osannate.
La prima cosa che ho osservato A? la��enorme risparmio idrico. Dovete sapere che Cerignola A? uno dei piA? ventosi paesi da��Italia e da me ogni pomeriggio inizia a tirare una consistente brezza di mare (che dista da qui circa 33km a nord). Il vento, sommato alla calura estiva A? deleterio per le piante: riduce in modo drastico la��impercettibile strato umido che si forma in prossimitA� della pagina fogliare creando a breve stress idrico. La struttura propria del tendone protegge dal vento man mano ci si addentra e il risultato A? che per tutta la��estate non ho praticamente bisogno di irrigare, nonostante la siccitA�. Anche la��ombreggiatura stessa che il tendone esercita sul suolo influisce negativamente sulla��evaporazione della��acqua dal suolo mantenendo un microclima favorevole. Ovviamente tutti questi pro si mutano in contro nelle annate piovose. In questo caso ci si rimbocca le maniche e si effettua una consistente potatura verde e defogliazione.
Altro vantaggio da non trascurare A? la drastica riduzione della deriva dei trattamenti. Infatti la fitta struttura dei tralci delle viti nel tendone limita la dispersione durante le pompature, permettendo di usare meno prodotto.
A sentire la parola a�?trattamentia�? o a�?pompaturaa�? puA? darsi che molti di voi si siano agghiacciati. Avendo toccato un tasto dolente ci tengo ad aprire una parentesi. La mia azienda non A? certificata BIO. Abbiamo fatto la richiesta ma a vedere certi a�?lati oscuria�? della cosa abbiamo deciso che eticamente non era corretto, considerando anche quanto fosse costoso richiederlo. Allora abbiamo deciso di essere bio anche se legalmente non risulta. Ogni prodotto da noi impiegato A? accettato nei disciplinari del biologico, puntiamo molto sullo zolfo e ci appassioniamo a fare trattamenti sperimentali usando ad esempio acqua e bicarbonato o acqua ozonata. Per gli entoparassiti usiamo le trappole a feromone per il monitoraggio e trattiamo solo quando A? il momento adatto per avere risultati migliori. Anche la concimazione, quando necessaria, viene fatta con concimi naturali, che tra la��altro sono di difficile reperibilitA� data la��assenza di allevamenti di bestiame nelle vicinanze.
Tornando al tendone, ora vi cito i difetti. Con questo impianto la vite ha la possibilitA� di vegetare in maniera spropositata e ciA? si riflette nella continua necessitA� di manodopera in campo. Facciamo fino a due potature verdi nel caso del Negroamaro, e non immaginate la distesa di grappoli a terra quando effettuiamo il diradamento manualea��purtroppo la potatura A? strettamente legata alla��altezza dei tiranti e non si possono lasciare poche gemme come nella spalliera o nei guyot, quindi il lavoro viene tutto dopo.
Nostra abitudine a fine produzione A? aspettare un leggero appassimento dei grappoli prima di vendemmiare, che accresce oltre che il grado zuccherino, anche la stessa qualitA� del vino che poi ne deriva.
Per concludere ci tengo a precisare che la forma di allevamento da me preferita A? la��alberello, conosciuto grazie alla��azienda di Gianfranco Fino. La mia intenzione A? di convertire pian piano tutte le mie viti perchA? sono convinta del fatto che, compito degli agricoltori, sia anche preservare la bellezza del territorio.A mio avviso la��alberello oltre ad essere la strada migliore per produrre buon vino, tanto si sposa al paesaggio pugliese e lo valorizza anche a livello estetico, rendendolo piA? poetico.